EMICRANIA E DIETA

L’emicrania è un disturbo neurologico complesso caratterizzato da un dolore unilaterale e pulsatile avvertito in corrispondenza del cranio.

Colpisce decisamente di più il sesso femminile ed è fortemente debilitante.

Esistono diverse ipotesi alla base di questo disturbo, le più accreditate sono quelle neurologiche e quelle vasali.

In ogni caso alla base di questi disturbi sembra esserci un ipometabolismo del glucosio in alcune aree dell’encefalo.

Su questa base si spiega come spesso diete che rendano disponibile energia in altre forme all’encefalo abbiano portato e portino spesso risultati entusiasmanti.

Nella fattispecie le diete chetogeniche (KD) sembrano essere in grado di contrastare la cronicità degli eventi di dolore.

Questo accadrebbe per vari motivi:

  • il Betaidrossibutirrato (BHB) prodotto in maniera endogena durante una KD è in grado di aumentare il metabolismo dei mitocondri, iperpolarizzare le membrane eccitabili (con conseguente riduzione dell’eccitabilità di queste ultime), ridurre la produzione di specie reattive dell’ossigeno
  • stabilizzare i picchi insulinemici e glicemici, causa spesso di deficit di apporto cerebrale di glucosio anche in chi non è affetto da emicranie
  • favorire l’espressione di recettori GABA a livello centrale (calmanti, parasimpatico) piuttosto che per il Glutammato (eccitatorio, ortosimpatico)

Chiaramente tutto questo va definito in un contesto personalizzato. Spesso semplicemente limitando alcuni tipi di alimenti si può comunque raggiungere un miglioramento del disturbo.

Cibi contenenti glutammato monosodico ( brodi, proteine in polvere idrolizzate, estratti di lievito) andrebbero evitati

Andrebbe ridotto l’apporto di caffeina da caffè, cioccolato, coca cola

La Tiramina funge da precursore dell’istamina, che un vasodilatatore a livello centrale. Cibi contenenti tiramina (carni processate, formaggio, vino rosso) andrebbero limitati, così come quelli che contengono nitrato di sodio come conservante e aspartame

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